L'origine etimologica della parola "farruca" è nella denominazione di "farruco" (individuo coraggioso) che gli andalusi e anche i cubani danno a galiziani e asturiani per la loro decisione e il coraggio di emigrare.
Nasce prima il baile della farruca e poi il cante per accompagnarlo. Entrambi, con lo spirito evocativo della loro terra galiziana e il nome comune, sono resi flamenco poiché ricevono la forte influenza degli stili di Cadice.
La farruca viene cantata con la cadenza malinconica che le diede il suo primo importante cultore, il “Loli de Cádiz”, negli ultimi anni del XIX secolo. All'inizio del 20° secolo, l'eccellente maestro Manuel Torre dedicò alla farruca una propria letra con tale successo che divenne popolare e fu cantata a ritmo più lento e senza balli, come un nuovo stile di cante.
La Farruca nel suo complesso, ovvero la letra e i suoi due estribillos, si riferiscono alla registrazione di Manuel Torre che ha avuto il pregio di divulgarla tanto che alcuni lo avevano soprannominato “Manolito tranteiro”. Insieme a lui ha un’ importanza elevata la Niña de los Peines che ne registra 8 effettuate tra il 1910 e il 1916. Già prima di loro noti cantaores hanno registrato questo palo tra i quali spicca El Mochuelo e La Rubia. Secondo Faustino Nuñez la Farruca, come il Garrotín, è un tango in tono minore che si avvicina al Tientos o al Tango de Málaga, erroneamente considerata gallega a causa delle falsetas create da Montoya e Sabicas che ricreano la scala galaica della gaita e soprattutto perchè la letra più famosa dice “Una farruca en Galicia…”. Secondo la classificazione di Blas Vega fa parte del quarto gruppo: "cantes varios aflamencados de origen hibrido-incierto". Secondo la classificazione di Caballero Bonald fa parte dei "Cantes derivados: grupo de variante oriundas de distintos cancioneros populares. Dependencia con el cancionero galaico-asturiano".
Una componente caratteristica di questo cante è la tradizionale salida che potremmo chiamare “Tran Tran Treiro” costituita da un fraseggio senza senso che sembra imitare il suono della chitarra. Questo viene posto sia in apertura che in chiusura del cante. Il Tran Tran Treiro è attribuito a Manuel Lobato El Loli, cantaor jerezano della fine del secolo XIX e successivamente ripreso da Manuel Torre. Fa più o meno così:
Tran, tran, tran, trantreiro
treiro, treiro, treirotran
que con el tran, tran, tran, trantreiro
treiro, treiro, treiro, treiro, treirotran
La letra di Farruca, solitamente in un cante ne viene cantata solo una, è composta da quattro versi ottosillabici che rimano al secondo e al quarto (A-B-C-B). Il cante por Farruca è cadenzato e malinconico. La letra può essere cantata pura o con ripetizione (non c’è una regola su quali versi vengano ripetuti) fino a un massimo di 8 versi. Alla fine della letra si effettua una caratteristica melodia discendente che si realizza sopra l’ultima vocale, e questo ricorda alcuni canti tradizionali della Galizia e della Asturia.
Per quanto riguarda gli Estribillos, se ne possono cantare uno o due in un cante, solitamente il primo è di 4 versi, a volte di 5, e può essere puro o con ripetizioni fino ad arrivare a 5 o 6 versi. Anche in questo caso non c’è una regola precisa su quali versi vengano ripetuti. Il secondo estribillo che viene cantato può presentare le stesse caratteristiche del primo o, più frequentemente, essere quello attribuito a Manuel Torre che è di 3 versi e che solitamente viene cantato senza ripetizioni. Anche in questo caso non ci sono regole precise.
Quindi in definitiva abbiamo: Introduzione, (Trantreiro), Letra, Primo Estribillo, Secondo Estribillo (non sempre presente), Finale (Trantreiro)
Avendo la farruca un ritmo ballabile, numerosi compositori eseguono versioni strumentali o cantate in uno stile leggero, che consente l'incorporazione di vari strumenti di accompagnamento.
Tuttavia, la farruca flamenca è accompagnata esclusivamente dalla chitarra, che esegue piacevoli falsete e variazioni.
Il baile por farruca ha passi ritmici e seri peculiari, carichi di atteggiamenti ieratici. Vicino all'aria della soleá, sono notevoli i redobles in contratiempo del bailaor e i forti taccone del bailaor/a.
Il baile è sobrio e virile, con un certo aire de soleá, dove predominano i redobles e un forte taconeo proprio del baile mascolino. È malinconico e statico, cadenzato e serioso, e la maggiore difficoltà è costituita dai redobles a contratiempo che si alternano con gli altri passi. Frequente è l’utilizzo dei pitos, ovvero lo schioccare delle dita. Non si utilizzano invece le castañuelas. Solitamente viene eseguito entro uno spazio molto ridotto.
Essendo la Farruca principalmente un veicolo per dimostrare le capacità interpretative del bailaor, la forma di questo baile è determinata dalle scelte del singolo interprete. La coreografia non ha una struttura rigida, ma le varie sezioni (letra, escobilla, palo seco…) possono essere facilmente interscambiabili.
Ad esempio, la danza può cominciare con una falseta di chitarra o con un assolo di piedi. Può cominciare lentamente, con una drammatica camminata del bailaor (così come fa Mario Maya nel video di apertura), oppure in maniera irruenta con un forte zapateado.
L’interprete, sia esso uomo o donna, solitamente indossa il “traje corto” o “traje campero“. I pantaloni aiutano a sottolineare e a valorizzare il zapateado che la caratterizza.
La parte iniziale della danza è poi seguita da una caratteristica llamada che introduce ad una nuova sezione della danza o alla letra, che il bailaor interpreta solitamente in maniera molto espressiva e solenne.
Niente di meglio che studiarla nell'esibizione magistrale di Maria José Leon Soto.
La coreografia di Farruca solitamente termina por Tangos o Tanguillos, che vengono effettuati nella stessa tonalità minore.
Per quanto riguarda il baile il suo creatore fu nel 1908, Francisco Mendoza Ríos “Faíco“, con la collaborazione del tocaor Ramón Montoya. Il cafè de la Mariana di Madrid è il luogo in cui Ramon Montoya e Faíco si incontrarono. Quest’ultimo, bisognoso di denaro, confessò a Montoya di voler creare qualcosa di nuovo, che lo distinguesse dagli altri con un nuovo baile, e che lo rendesse famoso. Fu così che Faíco e Montoya forgiarono la Farruca. Faíco ottenne il successo tanto atteso e ballò in Europa e in America; pare che oltre alla Farruca fu autore del baile por Garrotín. Questa maniera di ballarla ebbe molto successo a Barcellona e Madrid, dove cominciò ad essere uno dei bailes più richiesti nei tablaos.
Per molti anni la Farruca fu interpretata esclusivamente da bailaores tra cui ricordiamo Vicente Escudero, Antonio Gades e José Greco (che inventò la llamada “larga” o “doppia” che aggrega compases di otto a seconda del volere del bailaor) che seppero creare famose versioni di questa danza. La replica femminile del baile por farruca apparse con Tía Juana la Faraona, Rafaela la Tanguera e María de Albaicín, per poi proseguire con la grande Carmen Amaya e la più recente Sara Baras, che ne ha saputo fornire una grande interpretazione.
La melodia della farruca ha un'aria malinconica. Concepito come canta indipendente, è carico di svolazzi e ornamenti vocali che il cantaore può sfoggiare.
La Farruca si esegue normalmente in tonalità di La minore (La-/Mi7) con alternanza di dominante e tonica e intervento della subdominante nell’accompagnamento della chitarra. Il tono minore attribuisce a questo stile un carattere sentimentale e malinconico.
La Farruca nel suo complesso, ovvero la letra e i suoi due estribillos, si riferiscono alla registrazione di Manuel Torre che ha avuto il pregio di divulgarla tanto che alcuni lo avevano soprannominato “Manolito tranteiro”. Insieme a lui ha un’ importanza elevata la Niña de los Peines che ne registra 8 effettuate tra il 1910 e il 1916. Già prima di loro noti cantaores hanno registrato questo palo tra i quali spicca El Mochuelo e La Rubia. Secondo Faustino Nuñez la Farruca, come il Garrotín, è un tango in tono minore che si avvicina al Tientos o al Tango de Málaga, erroneamente considerata gallega a causa delle falsetas create da Montoya e Sabicas che ricreano la scala galaica della gaita e soprattutto perchè la letra più famosa dice “Una farruca en Galicia…”. Secondo la classificazione di Blas Vega fa parte del quarto gruppo: cantes varios aflamencados de origen hibrido-incierto. Secondo la classificazione di Caballero Bonald fa parte dei Cantes derivados: grupo de variante oriundas de distintos cancioneros populares. Dependencia con el cancionero galaico-asturiano.
La copla principale della farruca flamenco è composta da quattro versi con rima nel secondo e nel quarto, il primo e il terzo sono endecasillabi e il secondo e il quarto ottosillabi. È seguito da un ritornello sviluppato anche in una quartina di sei sillabe.
Bibliografie e Fonti web:
Palos y estilos del Flamenco – Felipe Gertrudix Lara, Felipe Gertrudix Barrio, Manuel Gertrudix Barrio
Flamenco: una introducción desde su origen hasta nuestros días - Eva Ösp Ögmundsdóttir
José Luis Navarro Garcia, Historia del baile flamenco, vol.1
Maria Cristina Asumma, Il fascino e la carne
Wikipedia
Serrania de Ronda
Cadizpedia
https://depaloenpalo.wordpress.com/