In questo elenco si includono cantaoras/cantaores, guitarristas, bailaoras/bailaores che sono entrati nella storia del flamenco
Termine | Definizione |
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Pepe el de la Matrona | José Núñez Meléndez, noto come Pepe el de la Matrona o Pepe de la Matrona nacque a Triana (Siviglia) il 4 luglio 1887 e morì a Madrid il 8 agosto 1980. Era nato nel quartiere sivigliano di Triana (Siviglia) conosciuto anche col soprannome di Niño de La Matrona, che gli viene dalla madre Manolita la Matrona. Cominciò giovanissimo: nel 1899, a soli 12 anni, fece la sua prima apparizione pubblica in una taverna di Burguillos. La Matrona inizia il suo percorso sotto l’influsso del suo barrio di nascita, Triana, sin da piccolo cantando in feste e riunioni familiari. Le sue prime esibizioni in pubblico hanno luogo in una taverna di Burguillos nel 1899, quando ha 12 anni. Nel 1901, insieme ad un gruppo di torerillos, va a Villamartín (Cádiz), per la feria locale e si esibisce nei Cafés cantantes con Juan Feria, Cristóbal Cocoroco, El Garrido, Félix El Mulato, Antonio El Enano e Monterito. Lo stesso anno percorre la zona di Almería, con un gruppo di artisti che vede in testa Juan Breva. Successivamente si relaziona con don Antonio Chacón e partecipa con lui a diverse fiestas flamencas, al Pasaje del Duque e in altri ambienti sivigliani. Per sei mesi, nel 1906, canta presso un café cantante di Córdoba, trasferendosi a Madrid l’anno successivo per debuttare nel Café del Gato, passando successivamente al Café de Naranjeros e infine al Café de Adornos, per iniziare un periodo in cui canta soltanto in reuniones de cabales. Nel 1914, decide all’improvviso di imbarcarsi per La Habana, restando a Cuba per nove mesi. Un viaggio che ripete nel 1917, con estensione verso il Messico, dove lo sorprende la rivoluzione. Di ritorno in Spagna si esibisce varie volte a Barcelona; è il 1918. Tornato a Madrid, presso il Colmao los Gabrieles, mantiene l’usanza di cantare solo en los cuartos. Participa al film La hermana San Sulpicio; nel 1936, è giudice, insieme a Fernando el de Triana, presso il Certamen Nacional de Cante Flamenco celebrato nel Circo Price. Trascorre la guerra civile fra Madrid e Barcelona, alla fine della quale torna a Madrid, dopo un breve soggiorno a Sevilla. Dal 1939 al 1955, le sue esibizioni hanno luogo presso il Colmao Villa Rosa, cantando anche per documentari cinematografici in merito all’Andalucía, come ad esempio la prima Antología discográfica di Hispavox, interpretando Serranas e Soleares. Va in Francia, Belgio e Olanda, con un elenco di artisti formato da Vicente Escudero, Rosa Durán, Rafael Romero, Juan Varea, Pericón de Cádiz, Perico del Lunar, Andrés Heredia e altri. Successivamente insieme a Vicente Escudero e María Márquez, si esibisce in dieci stati appartenenti agli Stati Uniti e alcune località del Canada. La sua terza tournée internazionale lo vede con la coppia de baile Susana y José, girare varie volte l’Europa. A Parigi realizza registrazioni per due importanti nomi e si esibisce nella capitale francese con i componenti del Tablao Zambra, con cui lavora anche a Argel e Tunisi, così come anche nelle tv francesi e spagnole. Nel 1960, partecipa al Magno Festival de Carte Grande y Puro, organizzato da Vicente Escudero, nel Teatro de La Comedia di Madrid, in beneficenza degli ospedali della provincia ed in compagnia di Jacinto Almadén, Jarrito, El Pili, Juan Varea, Pericón de Cádiz, Rafael Romero, Manolo Vargas, Pepe de Badajoz, Vergas Araceli e Andrés Heredia. Nel 1961, ha luogo un recital de cante, con Jacinto Almadén ed il guitarrista Antonio Arenas, in occasione dell’ esposizione a Madrid del pittore Miguel Herrero. Nel 1962, tiene un recital presso l’Università di Parigi, nell’aula magna della Sorbona, con il guitarrista Pedro Soler; un recital di grande successo che si ripete nel 1963 insieme a Jacinto Almadén e alla bailaora La Joselito, e per il quale arriva un omaggio che consiste in un pranzo organizzato da ammiratori e amici fra i quali gli scrittori Antonio Amado, Anselmo González Climent, il conte di Colombí, Emilio González de Hervás, César Jalón Clarito, M. Jiménez Quesada, Antonio de Olano, Jorge Ordóñez Sierra, Manuel Sánchez Camargo, i pittori Chumy Chumez, Miguel Herrero, A. Martínez de León, i musicologi Manuel García Matos e Mauricio Ohana, numeri artisti flamencos e le associazioni Sociedad Amigos del Cante Flamenco e la Peña Flamenca Charlot. In occasione del decimo anniversario del Theatre 347 di Parigi, tiene qui un recital con il tocaor Pedro Soler, è l’anno 1973; nel 1974 con grande successo si esibisce presso il Wigmore Hall di Londra, ricevendo un omaggio della Peña Flamenca di Jaén che gli dona un insegna d’oro, con interventi di Fernando Quiñones e José Blas Vega; omaggio che si ripete a Cádiz, durante il Ciclo cultural Alcances. In entrambe le situazioni, Pepe de La Matrona, con la chitarra di El Sevillano, esegue una serie di vecchi stili. L’anno successivo, un nuovo omaggio arriva da Córdoba, dove gli si dedica il III Festival Rincón del Cante, con la partecipazione degli artisti Fosforito, Menese, Luis de Córdoba, El Lebrijano, Pansequito, El Chaparro, Manuela Carrasco, Ricardo El Veneno, Manolo Sanlúcar, Paco Cepero e Pepe Sacristán. Il 1975 è anche l’anno del suo recital nella Casa de Velázquez di Madrid, e quello della pubblicazione delle sue memorie raccolte da José Luis Ortiz Nuevo nel libro Recuerdos de un cantaor sevillano, che riunisce oltre ai molti aneddoti riguardanti la sua vita, le sue idee artistiche e il suo percorso di cantaor. Nel Teatro Monumental, il 3 marzo 1976, arriva un nuovo omaggio, un grande festival a cui partecipano scrittori, musicisti e artisti: Francisco Almazán, Moncho Alpuente, José Blas Vega, José Manuel Caballero Bonald, El Pericón de Cádiz, Pablo Corbalán, Grupo La Cuadra, Agustín Gómez, José Antonio Gómez Marín, Félix Grande, José Heredia Maya, Rocío Llosent, Víctor Márquez Reviriego, Antonio Martínez Menchén, José Menese, Serranito, José Monleón, Francisco Moreno Galván, Enrique Morente, Jesús Munárriz, José Luis Ortiz Nuevo, Juan Pedro Quiñonero, Fernando Quiñones, José Romero, Manuel Ríos Ruiz, Manolo Sanlúcar, Pepe El Culata, Perico del Lunar, Rafael Romero, Juan Varea, Miguel Vargas, María Vargas, Germán Cobo, Arcadio Larrea, Carmen Linares, El Lebrijano, El Sordera, Mario Maya, Concha Vargas, Gómez de Jerez, El Piki, la revista Mundo Pop, e la Peña Flamenca Juan Breva di Málaga, la Cátedra de Flamencología e gli Estudios Folklóricos di Jerez e la Tertulia Flamenca di Ceuta. È considerato un artista eccezionale dell'età d'oro del flamenco, dotato di una vasta conoscenza enciclopedica dei diversi palos. Si è distinto per la purezza del suo stile tradizionale, considerato dai fan come una fonte da cui imparare canti autentici. Ha lasciato ai posteri una raccolta di registrazioni: Treasures of old flamenco, con una grande diversità di stili come bulerías, cantiñas, cañas, caracoles, deblas, fandangos, malagueñas, peteneras, polos, romeras, seguiriyas, serranas, soleás, tangos e tonás. “Quand’ero giovane, appena racimolavo tre o quattro duros, me ne andavo ad ascoltare i vecchi che cantavano” diceva, e a proposito del cante: “Il cante vero è un messaggio che arriva a qualsiasi persona sensibile”. Cantaor enciclopedico, conosceva praticamente ogni stile, che eseguiva con vero dominio. José Luis Ortiz Nuevo ha scritto il libro delle sue memorie, ed ha sempre considerato Pepe il miglior cantaor della storia: “È stato l’uomo più retto e rispettoso dell’arte che io abbia conosciuto. Non ha mai proposto al pubblico niente che non fosse ben fatto. Il flamenco per lui era come una seconda religione. E questo lo dico avendo condiviso con lui 20-30 anni di lotta seguendolo, questa è la parola giusta, seguendolo, perché mi rendevo conto che quello che faceva lui non si trovava da nessun’altra parte”. |
Pepe Marchena | José Tejada Martín nacque a Marchena (Siviglia) il 7 novembre 1903 e morì a Siviglia il 4 dicembre 1976. Noto come Pepe Marchena o Niño de Marchena, è stato un cantante di flamenco spagnolo. Fu uno dei grandi al tempo dell'Opera Flamenca, distinguendosi con stili come fandangos, tarantas e malagueñas. Creò la colombiana, l'unico stile di flamenco creato nel 20° secolo e introdusse i recitativi in cante e mescolò vari stili. Fu battezzato come José Tejada Martín, con entrambi i cognomi di sua madre, perché lei lo aveva avuto quando era single. Suo padre, un contadino che lavorava per qualcun altro e guardia occasionale al Fuente de las Cadenas, cantava molto bene, soprattutto tarantas. Questo stile fu poi cantato da Niño de Marchena o Pepe Marchena, come veniva anche chiamato, chiamandolo "tarantas de Marchena". Intorno agli otto anni lavorò in una bottega di fabbro e fece altri piccoli lavoretti con cui contribuire a casa; di notte lavorava anche aiutando nell'osteria di Perea, cugino di suo padre. Questa piena dedizione ai lavori saltuari che gli venivano incontro impediva la sua istruzione. Non imparò a leggere né a scrivere, come tanti bambini della sua condizione sociale in quel momento. Tuttavia, la sua grande intelligenza naturale gli ha permesso di distinguersi fin da giovane e di raggiungere gli obiettivi che si era prefissato nella vita. La sua curiosità per tutto lo rendeva sempre vicino agli anziani, tanto da arrivare a possedere la saggezza che dona la lotta per la vita. Per questo in giovane età gli diedero il soprannome "La Vieja", soprannome con il quale sarebbe stato conosciuto tra i suoi colleghi anche negli anni in cui era già un noto cantaor. Poiché la sua passione era il cante, i lavori che svolgeva durante il giorno erano compatibili con gli spettacoli notturni nelle osterie, contro l'opposizione del padre. Ma l'impulso interiore della sua passione lo allontanò gradualmente dai suoi mestieri manuali e lo indirizzò lungo la strada dell'arte. E così iniziò a fare trasferte per il paese ad appena dodici anni: Morón de la Frontera, Écija, Osuna... Il suo primo contratto a tempo indeterminato nasce a Fuentes, ma la presentazione più importante per la sua carriera avviene a Siviglia, nel Café de Novedades. Ce lo racconta Eugenio Cobo: "Ballava ancora a Novedades "La Macarrona". Uno dei giorni ci sono tre bambini con la famiglia e gli amici come spettatori. A quel tempo non era raro che, su richiesta di amici, uno spettatore salisse sul palco del café, ed è così che hanno debuttato El Carbonerillo, Pepe Pinto e Niño de Marchena, e sono rimasti per alcune settimane". Il suo nome si stava facendo conoscere e debuttò in varie città: Córdoba, Badajoz... Esibendosi in quest'ultima presso il salón de La Lipa, coincise con la presentazione della Compañía de Rosario Pino, che rappresentava l'opera dei Fratelli Álvarez Quintero Amores e Amoríos. A Pepe Marchena piacque l'opera e chiese che fosse fatta una copia del brano de "La Rosa". Quando gli hanno chiesto per cosa lo volesse, ha risposto risolutamente: "Per cantarlo io stesso". Nel 1925 incise per la prima volta "La Rosa", che diventò da allora il numero più richiesto di Marchena. Secondo Eugenio Cobo, l'amicizia di Pepe Marchena con il cantaor Rafael Pareja gli fece mostrare la sua creazione di un fandango basato sulle arie di Huelva. Qualche anno dopo Marchena lo diffuse in tutta la Spagna e lo presentò come un fandango di Rafael Pareja. Quando Rafael "El Gloria" lo ha incontrato, gli è piaciuto molto questo stile e lo ha reso popolare, rimanendo per sempre come fandango "El Gloria", sebbene la creazione fosse di Pareja e il lancio di Pepe Marchena. Lo stesso Rafael Pareja consiglia a Marchena di debuttare a Madrid, evento che si svolge nel 1921 presso la "Casa Juan", situata a La Bombilla. Viene presentato insieme a El Canario de Colmenar e La Lavandera. Ebbe molto successo e l'anno successivo l'imprenditore Juan Carcellé lo portò a La Latina, con uno stipendio di duecento pesetas al giorno, di quei tempi. È il momento in cui registra il suo primo album e nel 1924 prende parte all'esecuzione del sainete "Málaga ciudad bravía", presentata al Teatro Martin. Pepe Marchena, insieme a Ramón Montoya, mette su un pezzo andaluso nel secondo atto. Raggiungono un grande successo. È la definitiva consacrazione di Marchena a Madrid. Nell'anno 1925, durante l'inaugurazione dell'Hotel Alfonso XIII a Siviglia, ebbe luogo un'altra rappresentazione storica della carriera di Marchena; si esibisce alla presenza degli Infantes Don Carlos e Doña Luisa e nello stesso atto intervengono Antonio Chacón, Ramón Montoya e altri artisti. Poi i tour di successo continuano in tutta la Spagna. Un fatto che viene sempre menzionato quando si esamina la vita di questo cantante è la creazione della colombiana. Secondo il chitarrista Rafael Nogales, quella musica è stata presa da Pepe Marcheba da una canzone basca. Si riferisce specificamente a " El pájaro carpintero". Sabicas, invece, dice che Marchena era in tutti i bar a canticchiare canzoni, cercando di svilupparle, di imporre loro la propria impronta. Una delle volte fu sorpreso perché non conosceva la musica che stava cantando e gli chiese cosa fosse che non aveva mai sentito. "Sono colombianas", rispose il Niño de Marchena ai Niño Sabicas. E come colombiana rimase grazie al battesimo del suo creatore, come qualsiasi altro nome avrebbe potuto dargli. La vita artistica e personale di Niño de Marchena dagli anni '20 in poi è impressionante: spettacoli individuali e con la sua compagnia in tutti i tipi di locali, registrazioni di dischi, spettacoli cinematografici e, soprattutto, spettacoli di flamenco trapiantati a teatro. Quella che nella storia del canto flamenco è conosciuta con il nome di "Opera Flamenca". La sua tournée di concerti nel 1936 fu interrotta dalla Guerra Civile nella provincia di Jaén, risiedendo durante gli anni della guerra nella città di Arquillos, vicino a Linares, da cui continuò con le sue tournée e concerti di beneficenza in tutta la Spagna. Diciamo in sintesi che Niño de Marchena era un personaggio peculiare e unico nel flamenco, a parte la polemica che suscitò la sua irruzione nel cante attraverso percorsi estranei all'ortodossia flamenca. Il 25 aprile 1925 il Teatro Pavón aprì i battenti a Madrid e l'11 agosto dello stesso anno indisse un concorso di cante jondo con un primo premio di cinquemila pesetas. Gli artisti che parteciparono furono Niño de Marchena, Cojo de Málaga, Niño de Caracol, El Tenazas, Niña de los Peines, Niño de Tetuán, Manuel Pavón, Niño de La Carolina, Carlos González, Rubia de las Perlas e Niño de Linares. I chitarristi erano Ramón Montoya, Sabicas, Patena e César González. Ebbe un enorme successo, portando a El Niño de Marchena il primo premio per i fandanguillos; il primo premio per le malagueñas è andato a Niño de Tetuán e Manuel Pavón lo ha vinto per le soleares. Come risultato di questo successo, è stata creata la Coppa Pavón, in cui hanno gareggiato i migliori cantanti dell'epoca, come Miguel Escacena, Angelillo, Manuel Vallejo, Niño de Madrid, El Macareno, El Cojo de Málaga, El Mochuelo, Niño de Tetuán e Niño de Marchena, oltre a Don Antonio Chacón fuori concorso. I finalisti erano due: Niño de Marchena e Manuel Vallejo, e la giuria ha optato per quest'ultimo. Fonte: https://es.wikipedia.org/wiki/Pepe_Marchena_(Ni%C3%B1o_de_Marchena) |