Olga Pericet, Premio Nazionale di Danza 2018, ricerca il dialogo tra l'animale e lo strumento la simbologia de La Leona, la famosa chitarra di Antonio De Torres che potrebbe essere considerato il primo prototipo di chitarra spagnola e flamenco. Una libera interpretazione, ispirata a strumento unico e nel suo processo costruttivo, singolare, ricco di sfumature, misteri e poetica.
Olga Pericet, insieme a un team di musicisti, mette alla prova il suo coraggio, spogliandosi fisicamente e spiritualmente in un'esperienza unica e intima con gli spettatori.
Così riassume lo spettacolo la brochure ufficiale sul sito dell'artista spagnola.
In realtà lo spettacolo La Leona è, per gli spettatori internazionali, molto più della serata "esotica" a teatro che può apparire da una locandina che recita "spettacolo di flamenco".
Olga Pericet e la sua Compagnia (tutti eccellenti, va detto subito), offrono uno spettacolo che è teatro puro, ricerca e contemporaneità, eccesso ed interiorizzazione, virtuosismi e leggerezza da avanspettacolo. Teatro al femminile, con lei mattatrice e gli altri personaggi al suo servizio.
Il lungo prologo, al ritmo delle campane, riporta all'origine, in cui ci si spoglia di tutto per entrare in contatto profondo e intimo con ciascuno: Olga è terra, vita, albero, legno, strumento musicale aborigeno, idea e sogno della musica che quel legno, un giorno sarà.
L'unico momento di perplessità, evidentemente voluto dalla regista, aggredisce lo spettatore nella seconda scena, quella del taglio, della trasformazione della natura in oggetto. Tanto lontana dalla scena iniziale da apparire quasi surreale, con le piccole gag del percussionista e del cantante che con forbici da bricolage trasformano il legno in chitarra e poi in cuore.
L'ingresso della Pericet bailaora, in abiti maschili, segna l'inizio di uno spettacolo dinamico, dove il baile si fonde in modo continuo e profondo alla musica e al cante, per dar vita a coreografie che raccontano la storia e l'evoluzione della musica flamenca, intervallando compas classici per il baile a momenti più vicini al cante jondo, non tralasciando mai le sonorità dei cantes de ida e vuelta né le citazioni, neppure troppo nascoste, al mondo del jazz e della musica moderna.
Un nota di pregio viene dal bassista e dalle suo apporto di sonorità più estranee al flamenco "puro y duro" ma di grande impatto sul pubblico e ottimo completamento alla storia narrata.
Di Olga Pericet c'è poco da dire, a parte "bravissima". La formazione completa di danza bolera, classica, moderna e contemporanea è, come sempre, un enorme valore aggiunto nel baile flamenco, che si arricchisce di movimenti, atteggiamenti e portamenti forse non del tutto folcloristici, ma che ne innalzano il livello fino all'eccellenza accademica.
Lo zapateado di Olga è deciso, convincente e molto pulito. Le sue braccia sono sempre linee guida che indicano il momento e la sensazione, il portamento è, volutamente visto il titolo dello spettacolo, "animale".
La standing ovation finale parla da sola. Un vero trionfo per Olga Pericet e la sua compagnia alla Theaterhaus di Stoccarda, apertura del 14° Stuttgarter Flamenco Festival.
Photo: http://olgapericet.es/
InterpretiDanza: OLGA PERICETChitarre: JOSE MANUEL LEÓN, ALFREDO MESABasso: JUANFE PÉREZPercussioni: ROBERTO JAÉNVoce: ISRAEL MORO